Fosso dei Ronchi
L’Ambiente e i Suoli
Le terre di confine tra l’Appennino Marchigiano e quello Riminese si caratterizzano per i versanti ondulati, dolcemente degradanti verso la pianura, le valli e la costa adriatica. In questo contesto si trovano le piccole valli interne della località Boncio, prime terre Pesaresi al confine con la vicina Romagna.
Naturale proseguimento del vicino Parco Regionale del Monte San Bartolo e del litorale adriatico, le terre del Boncio si caratterizzano per le dolci pendenze che nei secoli hanno consentito l’accumulo di suoli antichi e ben conservati. Più propriamente questi terreni sono da ascriversi alla tipologia dei terreni argillosi calcarei emersi dai fondali marini alla fine del Pliocene (2,5 miliardi di anni fa). In questo lungo contesto evolutivo si sono definiti profili di suolo pregevoli per la coltivazione della vite, caratterizzati da argille evolute di color giallo ocra profonde 60-80cm, ricche di calcare di origine organica (vecchi gusci di conchiglie Plioceniche) e caratterizzati da un sottosuolo di argille blu (vecchia testimonianza del fondale marino). Questa origine antica e pregevole è comune a quella di altri importanti comprensori viticoli del mondo, tra cui degna di nota la simile composizione delle marne della Borgogna. Il clima di queste vallate si caratterizza per la forte influenza marina che mitiga gli eccessi termici estivi ed invernali e soprattutto genera costantemente nel periodo primaverile estivo fresche brezze pomeridiane che esaltano l’escursione termica e riducono l’umidità. Tali aspetti sono esaltati dal vicino parco naturale che rallenta le dinamiche termiche. In questo contesto si distingue la vallecola del Fosso dei Rochi con un atipico andamento parallelo alla linea di costa e un orografia che preserva il paesaggio dalla percezione delle aree urbanizzate. Qui l’uomo coniuga, con mirabile rispetto e armonia, l’attività agricola dei seminativi, dei vigneti e degli oliveti, con l’ecomosaico naturale ancora ricco di aree boschive, siepi e secolari esemplari di roverella che punteggiano i seminativi e le strade poderali. Il valore ambientale dell’area è tutelato dall’appartenenza alla Zona di Protezione Speciale istituita, secondo direttive europee, per la salvaguardia della fauna e degli habitat.
La Vocazione per il Pinot Nero
L’avvento del Pinot Nero in questi territori si riconduce all’epoca napoleonica in cui si riconobbe a questa area una indubbia quanto inaspettata vocazione per questo vitigno.
Il Pinot Nero è un vitigno intrigante, difficile ed esigente: sensibile al caldo, nemico dei terreni fertili, delicatissimo nell’aromaticità e generoso nell’acidità solo quando ben integrato all’ambiente. La sua buona attitudine a crescere e fruttificare su queste terre è sicuramente da ricondursi alla rara e positiva combinazione dei suoli argillosi e calcarei con un ambiente molto naturale, mitigato dalle brezze marine e dalle escursioni termiche.
La nostra Filosofia Produttiva
L’idea di sposare il Pinot Nero nella scelta vinicola aziendale è stata certamente ardua ed estrema.
Siamo consapevoli di avere scelto una strada difficile ma anche consci del potenziale di queste terre per la coltivazione del vitigno.
Tutte le nostre scelte, in campagna come in cantina, si sono orientate a canoni ancestrali, probabilmente simili nell’impostazione generale a quelli adottati quando si cominciò a coltivare Pinot Nero al Boncio e tutt’oggi condivise con la filosofia della Borgogna. Per tali motivi abbiamo scelto di adottare in campagna densità di impianto medio-alte, una base genetica molto ampia ed in gran parte di tipo francese tradizionale.
La nostra vinificazione è di tipo fortemente artigianale imperniata su fermentazioni e macerazioni lunghe, a basse temperature in piccoli tini di legno, eseguendo follature esclusivamente manuali. L’affinamento avviene per un anno in legno (barriques, tonneau e doga grossa) poi per almeno altri 12 mesi in bottiglia, così come previsto dal disciplinare dei Colli Pesaresi Focara Pinot Nero Riserva.